Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una citazione di Gabriele Vacis che per chi non lo conoscesse, è il regista della prima messa in scena di Novecento di Alessandro Baricco, quella interpretata da Eugenio Allegri. Insomma leggendo quella citazione, mi sono ritrovato pienamente nel messaggio del regista che diceva: “il monologo è la più grande esperienza di solitudine cui un attore possa andare incontro”.
Manco a farlo apposta, pochi giorni prima avevo interpretato Novecento a Roma al CRAL della BNL e l’esibizione che a me non era piaciuta per niente, nonostante il giudizio di altri, mi aveva fatto sentire proprio quella terribile sensazione di cui parlava Gabriele Vacis: la solitudine.
Si è in scena, davanti a decine di persone e stranamente ci si sente soli! Probabilmente, quella solitudine, la si avverte ancor di più quando chi ti ascolta non ti da la sensazione di partecipare alle sensazioni che vorresti trasmettergli. Ecco, questa era la sensazione di quel giorno a Roma… cavolo, sembrava non mi stessero ascoltando. Sembrava che le mie parole da sole non bastassero a catturare l’attenzione del pubblico. Forse è stata colpa di un paio di blocchi di memoria che mi hanno causato non poco imbarazzo o forse chissà non era la mia serata. Continua a leggere