Condividere la voglia di condividere

Tempo fa con degli amici si parlava di cosa ci piaceva fare nel tempo libero. Premetto, tutti i presenti partecipavano con me ad un laboratorio teatrale, quindi, erano bene o male tutti inclini ad una certa “sensibilità” o se vogliamo ad una certa predisposizione artistica.

Ora, personalmente ho tante passioni che sfociano nell’arte ma una in particolare è quella della scrittura. Scrivere è qualcosa di incredibile. Quando scrivo e mi lascio andare, è come se dessi voce ad un qualcuno dentro di me che è diverso da me. Mi ritrovo moltissime volte a sorprendermi di cosa scrivo e perfino del modo in cui lo scrivo. Agli altri, il decidere se quel che scrivo è interessante o meno, ma per quanto mi riguarda quel che scrivo mi interessa perché fissa in modo indelebile, o quasi, quel che sono veramente, il mio modo di vedere le cose. Così, quando mi leggo, mi trovo a riscoprirmi come nuovo, come se chi ha scritto fosse una persona diversa da me.

Quando è toccato a me quindi, nella discussione con i miei amici, era scontato per me parlare dello “scrivere” quale forma di divertimento e di espressione artistica, ma in particolare e soprattutto quale forma di “condivisione”. Scrivere dovrebbe presupporre che qualcuno poi ti legga, di conseguenza scrivere per me è condividere.

Questo pensavo mentre spiegavo la mia passione, ma d’un tratto più di una persona presente, anzi almeno tre dei presenti, hanno raccontato che anche per loro scrivere era una passione, ma che nessuno avrebbe mai letto quel che avevano scritto, perché mai a nessuno lo avrebbero permesso.

Scrivere solo per se stessi! Scrivere solo per se stessi?????? è poco importante come è finita la discussione, ma oggi ho deciso di scrivere anzi di “condividere la mia voglia di condividere”.

Ma porca puttana, se non condividi quel che scrivi, ovvero quel che pensi, ovvero quello che hai dentro, allora vuol dire che dentro di te c’è qualcuno “totalmente” diverso da te, o meglio dal “te” che gli altri conoscono.

Non mi venite a dire: “si, ma certe cose sono troppo intime” perché la questione è proprio questa: le persone hanno per carattere un diverso livello di intimità ed è proprio per un alto livello d’intimità che non condividono. Ma perché succede questo?

Nessuno vi sta chiedendo di raccontare i particolare scabrosi di quando avete fatto l’amore “per sbaglio” con vostro cugino/a o di quella volta che avete pensato al modo più diabolico di torturare una persona che vi stava sulle palle. Qui si parla di sentimenti! Di quelli positivi!!

Condividete! Date voce al vostro “io interno”! Non lasciatelo solo, rinchiuso dentro di voi, muto e senza la possibilità di esprimersi. E smettetela di fare copia e incolla su facebook di pensieri altrui!!! di leggere e rileggere solo pensieri altrui! Basta ‘co ste massime prese dal sito www.lamassimadelgiorno.it … condividete qualcosa di vostro, qualcosa del vostro io intimo, del vostro io vero!

E’ solo così che lo farete uscire allo scoperto e vi compiacerete nel vedere che, in fondo, lui, è probabilmente più interessante dell’immagine che date di voi stessi!

Quando io morirò

Quando io morirò

Cosa succede quando moriamo? Nessuno lo sa, nessuno sa cosa succede a noi, ma tutti sanno cosa succede da li in poi al mondo che lasciamo. E’ questione di anni ma sicuramente prima ci sarà una grande disperazione, poi magari mancanze, nostalgie e rimpianti, per arrivare a labili ricordi e finire inevitabilmente nel dimenticatoio assoluto. E’ li che moriamo veramente. Sarà solo l’ultimo ricordo nella testa delle persone a noi vicine a mantenerci ancora in vita. Magari il nostro amato, oppure i nostri figli o perchè no, qualcuno al quale morendo avremo fregato un sacco di soldi!

Quando io morirò… prima di andare in paradiso o all’inferno, mi piacerebbe restare per un po a guardare. Giusto il tempo di scoprire chi mi voleva bene veramente. Chi verserà lacrime sincere e chi invece perfidamente dirà qualcosa tipo “ce lo siamo levati dalle palle!”.

Quando io morirò… non venite al funerale se non vi va. Andate a farvi una bella mangiata di pesce e lasciate un calice di prosecco fresco per me sul tavolo.

Quando io morirò… spero abbiano inventato il disintegratore molecolare. Qualcosa che spingendo un bottone ti sbricioli. Così niente risvegli dentro la cassa, niente walking death e zombi vari!! Ma soprattutto niente tristi lapidi senza fiori al cimitero.

Quando io morirò… va bene pregare per me, ma non sarete voi purtroppo a cambiare le cose tra me e il Signore lassù. Se tutto andrà bene avrò un sacco di spiegazioni da dargli e magari facendomi l’occhiolino mi capirà.

Quando io morirò… spero abbiano abolito le “onoranze funebri” che “onorano” a suon di quattrini, spero invece che i funerali siano tutti uguali. Spero che in quel momento la differenza la facciano ancora la quantità di persone che ti volevano bene e non i fiori, le carrozze e le casse d’avorio. Quei soldi spendeteli in una bella festa, una festa in cui tutti vestiti nel modo più comodo e colorato che potete, vi incontrerete a parlate dei bei tempi, quelli che abbiamo avuto, quelli che ci hanno fatto conoscere, quella volta in cui ci siamo vergognati, o siamo stati ridicoli, o abbiamo fatto insieme qualche cazzata o magari quella volta che ci siamo sbellicati dalle risate. Poi non siate ipocriti, parlate pure dei miei difetti, di quanto ero rompi palle, noioso, pesante. Qualsiasi cosa direte sarà bello stare li ad ascoltarvi, sarà bello stare lì per l’ultima volta insieme.

Ti aspetto bambina mia

Un giorno ho voluto provare l’esperienza di provare a scrivere senza pensare a cosa scrivere, senza un messaggio o qualcosa da raccontare. Ecco cosa scrissi.

Un pensiero corre senza fermarsi, cerca in ogni piccolo pertugio della mia testa possibili idee da battere su questi tasti di plastica, ma niente tutto è oscurato da miliardi di altri pensieri.

C’è una piccola in arrivo, a cos’altro vuoi pensare. Poi quei pertugi si aprono d’improvviso e cado in un enorme buco, un bellissimo pensiero, un’immagine nitida davanti a me, una bimba, una bimba che sorride e tende le sue mani verso di me muovendo quei piccoli ditini, come ad aggrapparsi al nulla per avvicinarsi. E come poter rimare lì a guardare senza far niente.518e4193c8279b1703299ee41c49e5ce_unique_id_donna_incinta_mano_sulla_pancia_cmc_image_1

Allora tendo anch’io la mia mano, so bene che arriverò a lei, alle sue manine, devo arrivarci, voglio che quel visino teso dagli sforzi per arrivare a me, si trasformi ed esploda in uno splendido sorriso, lo stesso che avrà quando la fisserò negli occhi e le farò qualche smorfia strana. E quante risate allora, quanta soddisfazione, quanta vita raggiunta.

Cos’altro può inquietarmi? Cos’altro vai cercando? Ti sei dato un futuro! Lei è il tuo futuro. Lei continuerà nonostante te e magari riderà come te, o avrà i tuoi modi di fare, di muoverti o di esprimerti. Magari avrà lo stesso tuo modo di sgranare gli occhi, o di parlare. Tutto questo nonostante te.

E un giorno parlerà di te, ricordandoti, con un po di malinconia, come si fa per le persone che non ci sono più e che proprio per quello mancano più di ogni altra cosa. E ricordandoti piangerà e magari lo farà accarezzandosi la pancia, per tranquillizzare la vita che porterà dentro e che inesorabilmente nascerà e diverrà il suo futuro.