Un giorno ho voluto provare l’esperienza di provare a scrivere senza pensare a cosa scrivere, senza un messaggio o qualcosa da raccontare. Ecco cosa scrissi.
Un pensiero corre senza fermarsi, cerca in ogni piccolo pertugio della mia testa possibili idee da battere su questi tasti di plastica, ma niente tutto è oscurato da miliardi di altri pensieri.
C’è una piccola in arrivo, a cos’altro vuoi pensare. Poi quei pertugi si aprono d’improvviso e cado in un enorme buco, un bellissimo pensiero, un’immagine nitida davanti a me, una bimba, una bimba che sorride e tende le sue mani verso di me muovendo quei piccoli ditini, come ad aggrapparsi al nulla per avvicinarsi. E come poter rimare lì a guardare senza far niente.
Allora tendo anch’io la mia mano, so bene che arriverò a lei, alle sue manine, devo arrivarci, voglio che quel visino teso dagli sforzi per arrivare a me, si trasformi ed esploda in uno splendido sorriso, lo stesso che avrà quando la fisserò negli occhi e le farò qualche smorfia strana. E quante risate allora, quanta soddisfazione, quanta vita raggiunta.
Cos’altro può inquietarmi? Cos’altro vai cercando? Ti sei dato un futuro! Lei è il tuo futuro. Lei continuerà nonostante te e magari riderà come te, o avrà i tuoi modi di fare, di muoverti o di esprimerti. Magari avrà lo stesso tuo modo di sgranare gli occhi, o di parlare. Tutto questo nonostante te.
E un giorno parlerà di te, ricordandoti, con un po di malinconia, come si fa per le persone che non ci sono più e che proprio per quello mancano più di ogni altra cosa. E ricordandoti piangerà e magari lo farà accarezzandosi la pancia, per tranquillizzare la vita che porterà dentro e che inesorabilmente nascerà e diverrà il suo futuro.