Da piccolo alle elementari venivo bullizzato. Non ne ho mai parlato veramente, però un piccolo bulletto, Mirko Giallini, tutte le mattine mi aspettava per prendermi per il collo e per farsi dare la mia merenda.
Perchè ve ne parlo? Perchè in un certo senso dovrei quasi ringraziarlo. Il suo è stato solo uno dei tanti attacchi che ho ricevuto nella mia vita. Ora come diceva il grande e saggio Rocky Balboa: “non è importante quante volte cadi, ma come ti rialzi!”.
La vita ti colpisce continuamente con bulli e bulletti e tu puoi gettare la spugna o rialzarti, puoi trovare il modo di evitare gli incontri, oppure puoi fare come Rocky Balboa: Ti alleni e diventi più forte. Reagisci, sulla spinta della prima cosa che ti da una sconfitta… la voglia di rivalsa.
E così un giorno, dopo qualche tempo, succede che Mirko Giallini ti ricapita davanti e ti accorgi che ti arriva a malapena al petto e tu lo guardi ma lo vedi tanto ma tanto più piccolo. I colpi che hai ricevuto ti hanno fatto forte, ti hanno fatto un gigante e lui, bulletto delle merendine, sembra essere rimasto piccolo e insignificante. Potresti affrontarlo, potresti sopraffarlo ma sei forte e grande al punto che stranamente non ne hai il minimo interesse.
La vita poi continua ma stavolta hai imparato. Sai che arriveranno altri bulletti, riusciranno all’inizio a prendere le tue merendine, sarà un passaggio duro, una nuova metamorfosi ti aspetterà e come un gambero che cambia il suo carapace per uno ancora più possente, ancora una volta sarai più forte.
Mi piace osservare come anche nella mia vita lavorativa sia successo e quelli che mi hanno attaccano prepotentemente cercando di prendermi per il collo come bulletti, non hanno mai capito che è grazie a loro che cresco, è grazie a loro e a Mirko Giallini che diventano piccoli e piano piano… scompaiono.
Ps. Mirko Giallini è un nome di fantasia