Pomezia Diamonds Majorettes

Quando mia figlia qualche tempo fa è venuta tutta contenta a dirmi che si era segnata ad un corso di majorette non ero proprio uno dei papà più felici del mondo. L’immagine di mia figlia che tipo una cheerleader di quelle americane sculettava sorridente gridando datemi una “P” datemi una “O”…. “POMEZIA” già si era impossessata di me!14713639_634465266735022_7890125663411914058_n

Dopo qualche tempo però ho iniziato a notare una cosa: mia figlia aveva sviluppato una determinazione ed una volontà per questo “sport” che prima, nelle altre attività, non aveva mai avuto. Danza, nuoto, cavallo erano tutte attività che in qualche modo l’avevano entusiasmata, ma quello che succedeva adesso era qualcosa di diverso.

“Il bastone”, così si chiama l’asta metallica fatta roteare dalle majorette, era diventato qualcosa che da lì in poi avrebbe accompagnato le sue serate davanti al televisore. E così: roteare, lanciare, riprendere, marciare, fare acrobazie erano diventate il suo quotidiano. E’ stato in quel momento che ho iniziato a capire che essere majorette trascinava con se dei lati del tutto inaspettati.

Giovedì 2 giugno 2016 partiamo per Lignano Sabbiedoro dove le ragazze del Pomezia Diamonds, tra cui la mia Elisa nella categoria Minor, partecipa ai campionati Italiani.

Non so descrivere le emozioni che hanno accompagnato i 4 giorni passati insieme a queste ragazze ma ora so di essere un papà felice che sua figlia abbia scelto di essere una “diamantina”.

Descrivere la continua ricerca dell’eleganza, nonostante lo sforzo fisico, il sorriso, nonostante la concentrazione, è una cosa impossibile con le parole. E poi osservare le ragazze strette e vicine nei momenti felici, ma ancora più vicine nei momenti tristi, fa capire qual’è il vero senso del gioco di squadra.

Il bello sta proprio nel vedere queste eleganti ragazze, cimentarsi in esercizi difficilissimi e vederle continuare, anche se si sbaglia, anche se in quel momento un ago conficcato nella mano che ha fatto scivolare il bastone a terra, avrebbe fatto meno male del dolore che si prova dentro. Perchè quell’esercizio sono sicuro che l’hanno provato per ore ed ore davanti alla tv proprio come fa Elisa. E poi il bastone, che ci si mette pure lui a cadere lontano, ed a farsi rincorrere!

Eppure il sorriso è sempre la, delle volte va via per pochi secondi, appena necessari a concentrarsi per un passaggio difficile, a cercare in tutti i modi di non sbagliare, ma poi torna e diventa più raggiante quando quel bastone lanciato in aria torna sicuro nella propria mano.

Giovedì 2 giugno 2016, abbiamo fatto 700 km per ritrovarsi ad applaudire anche l’avversario, già perchè questo dovrebbe essere l’atteggiamento di ogni sport. In questo sport, si applaude forte quando il bastone in aria viene preso al volo, ma si applaude ancora più forte quando cade a terra e non importa il colore della divisa…. o quasi!