Sapevo cosa fare

Certi traumi o incubi che per anni ti hanno perseguitato, delle volte, inaspettatamente, tornano alla mente. E’ successo ieri sera quando mio figlio, di ancora 2 anni, durante il cambio del pannolino ha bagnato il letto, il mio letto, la parte su cui dormo. Ora, un letto bagnato di pipì, tu lo puoi anche asciugare, ma per giorni non potrai mai togliere né la macchia che resta sul materasso, né l’odore acre che inevitabilmente ti arriva al naso mentre dormi.

Proprio quell’odore ha risvegliato in me ricordi ormai sopiti. Ho fatto la pipì a letto fino a 12 anni. Già, 12 anni! Inutile star a parlare del come e del perchè, ma sicuramente è importante parlare di cosa lascia quella pipì, di quali macchie indelebili è capace oltre a quelle sul materasso.

Di quel fatto ricordo benissimo diverse cose, tra le quali le umiliazioni verbali, che avrebbero dovuto servire a farmi smettere, oppure il ferro da stiro che mia madre mi faceva passare sul materasso per farlo asciugare… “l’odore” delle esalazioni del ferro da stiro! Poi ricordo i pianti, quelli di notte quando mi svegliavo in un lago giallo, quando per evitare gli “aiuti verbali” da solo ed in silenzio, sapevo già cosa fare.

Come ne sono uscito? Pensate che d’un tratto come niente ho smesso? No… ho smesso grazie ad un prete, l’unico “vero” prete che io abbia mai conosciuto. Quando si trattò in 1° media di andare a fare un campo scuola di una settimana, i miei con grande nonchalance raccontarono, davanti a me, che sarebbe stato un problema per me andare. Il caro Don Luigi allora fece una cosa semplicissima, ma era la più stupida e banale che bisognava fare… affrontare il “problema” come un “non problema”. Non vi sto a raccontare i dettagli ma in nemmeno un mese smisi di usare il ferro da stiro!

Qualche anno dopo ormai più che ventenne, Don Luigi che non vedevo da diverso tempo, ma con il quale mi sentivo abbastanza spesso, mi invitò a fare da assistente in un campo scuola di bambini di 10 anni. Un campo scuola presso la stessa località di diversi anni prima. Accettai, perchè fare per gli altri è bello, accettai perchè fare per il mio amico era bello, accettai perchè la diversa prospettiva in cui mi mettevo mi entusiasmava.

Perchè parlo del campo scuola? Perchè una notte mentre dormivo in una delle stanze insieme ai bambini, mi sono sentito tirare la maglietta, era Giacomo un bambino molto timido che dormiva nell’angolo della stanza. Con voce spenta ma chiara mi disse “mi sono bagnato”. Forse, qualcun altro a quella frase, gli avrebbe magari chiesto “con che?” ma io sapevo benissimo cos’era successo. Nel tempo di quelle tre parole sono tornato indietro di 10 anni. Io sapevo cosa fare.

Rassicurai Giacomo, gli dissi che non doveva preoccuparsi di niente, poi tolsi il lenzuolo di sotto, rovesciai il materasso, gli feci togliere il pigiama bagnato e in pochi secondi lo vidi nuovamente accucciato nel suo letto. La mattina seguente andai io stesso a lavare il lenzuolo facendolo poi asciugare al sole, ovviamente di nascosto da tutti i suoi compagni. Quello fu l’unico episodio durante quei giorni in cui Giacomo fece la pipì a letto.

C’è chi incontra preti pedofili, chi invece angeli custodi. La vita ci mette continuamente alla prova e quando vuole come niente ci toglie tutto, ma anche di fronte alle sue avversità, un amico, l’amore, l’amicizia ci possono far riscoprire un mondo migliore.