“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
Così inizia l’elenco dei “diritti umani” trascritti un bel po’ di anni fa, su una dichiarazione firmata dalle giovani Nazioni Unite. A leggerli ti viene da pensare che forse non c’era nemmeno bisogno di scriverli. Insomma, si ha la sensazione che sia quasi scontato che uno dovrebbe avere dei “diritti umani”. Ad esempio, il diritto alla vita… ti pare che qualcuno nel momento in cui dovresti nascere può decidere per te che tu non debba farlo?
Ma poi a ben pensarci, ti rendi conto che forse non a tutti viene in mente questa cosa dei diritti e del fatto che tutti dovremmo averne. Magari qualcuno non sà che siamo tutti “liberi ed eguali in dignità e diritti” non sà che c’è una dichiarazione! Certo! per forza, sennò perché quelli con la pelle nera che nascono al di sotto di certi paralleli, insomma non mi sembra abbiano la stessa nostra dignità e gli stessi nostri diritti, ma soprattutto che siano liberi.
Per non parlare di quegli individui malati, quelli con quella malattia terribile… gli omosessuali! o di alcune minoranze… anzi minorate… le donne! Che dignità e diritti hanno? Pensa poi se nasci nero, donna e sei pure omosessuale… beh, allora la dichiarazione dei diritti umani ti serve. Sicuro! La puoi scaricare da internet, la stampi e la porti con te. Così quando tu, donna, nera, omosessuale, incontri un omofobo razzista e incazzato, perché gli omofobi sono sempre tutti incazzati, gli fai leggere la tua carta dei diritti e sei apposto… Tu sei apposto… lui, invece, ci tiene a farti capire per bene che quella dichiarazione c’è, esiste, è stata “dichiarata”, ma che a te non serve a niente, serve più agli stati che l’hanno sottoscritta. A te al massimo, l’omofobo razzista, te la fa ingoiare insieme a tutti i tuoi diritti.
Perchè insomma le parole “diritti umani” suonano bene. Se tu Stato “dichiari”, diventi subito un luogo più civile, più giusto, più libero. Poco conta scoprire che la dichiarazione dei diritti umani, per gli stati che l’hanno sottoscritta, “non è giuridicamente vincolante”. Come a dire è una dichiarazione “ufficiosa”, anzi è uno “sforzo” che gli stati membri faranno affinché… nel tempo… piano piano… poco a poco, anzi c’è scritto “mediante misure progressive” arrivino al rispetto di tali diritti. “Mediante misure progressive” ? Siamo nel 2013! ovvero sono passati ben 65 anni! ma queste misure quanto ancora dovranno progredire???
E così dal 10 dicembre 1948, anno in cui si è “dichiarato”, tutto sarebbe dovuto cambiare. La guerra era finita, i nazisti sconfitti, e l’olocausto, dai campi di concentramento, si era trasferito indelebile fin dentro la memoria di milioni di uomini.
Il fatto è che la gente s’era spaventata. D’un tratto dopo anni di guerre, di persecuzioni e di atrocità che avevano fatto sparire dalla faccia della terra già solo l’idea dei “diritti umani”, s’è ritrovata di colpo una carta con addirittura 30 diritti… insomma puzzava di fregatura. Poi qualcuno se n’è pure uscito dicendo: “ad ogni diritto corrisponde un dovere!” e allora tutti hanno capito qual’era il trucco. E’ così che da allora, tutti hanno iniziato a scegliersi soltanto qualche diritto, si ma di quelli facili, giusto per non aver a che fare con troppi doveri.
La verità è che quando si parla di diritti, nella testa della maggior parte delle persone scatta come una molla che attiva una specie di trappola che chiude immediatamente i boccaporti del pensiero e in un istante, non esiste più il “noi”, esiste solo “l’io”. Da quel momento, si tende immediatamente a pensare ai propri diritti, anzi si è talmente concentrati sui propri diritti, che non ci si accorge che in quel momento già si stanno calpestando i diritti di qualcun altro.
Come si fa a far comprendere alle persone il valore e l’importanza dei diritti umani? Ma soprattutto, come si fa a far comprendere alle persone che i propri diritti, non valgono di più dei diritti degli altri? Io credo che la risposta sia tanto semplice, quanto per natura umana inapplicabile. Tanto scontata che chi ha scritto la carta dei diritti, l’ha inserita nel primo dei 30 articoli della dichiarazione.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” E bene si: la fratellanza!
Dovremmo tutti agire in “spirito di fratellanza”. Ma come si fa in un mondo dove la malfiducia dilaga, dove tutto è sempre più globale e sempre meno solidale, dove il pessimismo e la mediocrità, attraverso sempre più tecnologia, invade ogni momento della nostra giornata? dove pian piano ci stiamo abituando a guardare il mondo con gli occhi digitali di qualcun altro?
Avete presente no? I giornali, internet, il telegiornale? Prendete ad esempio il telegiornale. Quella cosa che in televisione racconta di un mondo terribile dove accadono solo e soltanto brutte cose. Anzi la cosa terribile è che certe cose accadono in serie… è incredibile! Avete presente? Un cane morde un bambino e subito tutti i cani di quella stessa razza che vengono a sapere della notizia, si mettono a mordere altri bambini. Un delinquente Rumeno violenta una ragazza e allora tutti i Rumeni diventano delinquenti e violentano e rubano a più non posso. Insomma si sono inventati la “la notizia alla moda”.
Ma come si può essere fratelli in un mondo come quello che ci viene raccontato? Come si può avere finalmente uno “spirito di fratellanza” che metta prima d’ogni cosa il “noi”? Forse, semplicemente… vivendolo il mondo! Guardandolo con i nostri occhi e non più con quelli degli altri, ritrovando la curiosità e l’innocenza che avevamo prima che ci venisse contaminatà. Cercando l’energia necessaria a tutto questo, nel desiderio di lasciare un mondo migliore, almeno a chi verrà dopo, almeno ai nostri figli. Un mondo dove i nostri diritti non debbano essere scritti per potercene ricordare.