L’ultimo giorno di scuola ha un sapore strano. E’ traguardo e partenza allo stesso modo. Abbracci infiniti e poi baci come chi si lascia per sempre. Firme sulle magliette, canzoni e balli e poi palloncini che vengono lasciati andare, come se a volare fossero gli stessi bambini, lanciati verso chi sa quale futuro.
Poi ci sei tu.
L’ultimo giorno delle elementari segna per te e per noi un traguardo e allo stesso modo l’inizio di chi sa quali e quante difficoltà da affrontare. Sarai bambino tra bambini ancora più grandi. Sarà sempre di più la distanza tra la tua normalità e la loro. Sarà sempre più la sensibilità necessaria a comprenderti e ad amarti, così come sei, così come hanno fatto i tuoi compagni di classe per cinque anni.
E li ho visti oggi. Ero estasiato nel vedere ancora una volta come ti tenevano vicino, come ti prendevano per mano per aiutarti a ballare e cantare con loro. Li ho visti quando ti hanno firmato la tua maglietta e hanno voluto tu facessi la stessa cosa a loro. Li ho visti quando ti hanno dato un un regalo speciale, solo per te. Bacerei le loro mani e quelle dei loro genitori mille volte.
Sono riuscito appena ad aprirlo quel regalo. Alla prima pagina già non trattenevo l’emozione. Un bellissimo album fotografico con le loro foto… come a dire: “Eccoci, non ti dimenticare di noi”.
Se fossi giudice di una gara immaginaria oggi premierei la tua scuola come “scuola dell’inclusione” ed ogni bambino avrebbe una coppa d’oro. Le ho viste le tue maestre. Sono angeli che hanno vegliato su di te per cinque anni. Il loro lavoro ha permesso tutto questo ed io gliene sono enormemente grato.
E come se non bastasse, uscendo, c’erano pure le bidelle che ti aspettavano. Non erano saluti per convenevoli, non si abbraccia e bacia un bambino con quell’amore e quella tenerezza.
Cari bambini, cari genitori, care maestre e bidelle… noi con voi verso l’infinito e oltre!