Gentile Sindaco…

Gentile Sindaco,

con immenso piacere ho appreso che anche il nostro Comune si è adeguato ad una fantastica iniziativa intrapresa da diverse Regioni Italiane. Finalmente si è andati verso le esigenze di soggetti che in questi momenti, più di molti altri Italiani, stanno pagando l’isolamento casalingo.

Avere un figlio con autismo ti porta automaticamente all’isolamento. Le famiglie autistiche già sapevano cosa significasse “io resto a casa” lo sapevano perché da sempre hanno sacrificato tanto per il bene dei proprio figli, proteggendoli da un mondo esterno che ad oggi ancora non è pronto ad accogliere il loro, di mondo.

Oggi finalmente i bambini autistici, con giuste limitazioni e nei casi di necessità, possono uscire di casa ma occorre a questo punto far comprendere a tutti quelli che leggeranno questo post quanto sia importante per loro uscire.

E’ importante farlo comprendere non solo per evitare che qualcuno pensi che con leggerezza si stia raggirando la quarantena ma soprattutto per evitare che qualcuno magari da una finestra, possa urlare contro o addirittura offendere un genitore e un bambino che in quel momento stanno soltanto cercando di evitare il peggio.

Già perché l’uscita serve ai soggetti con autismo per evitare che si arrivi alle tanto temute crisi. Momenti in cui, nel peggiore dei casi, i bambini/ragazzi arrivano ad atti di autolesionismo e tu genitore ti trovi a fare l’unica cosa che puoi fare in quel momento: sostituire il muro o il pavimento per prenderti quei colpi o quei morsi e soffrire meno di quanto soffriresti nel vedere tuo figlio farsi del male.

Ho la fortuna di avere un bambino con autismo lieve, ho la fortuna di poter capire le famiglie autistiche più sfortunate di me. Vi prego cercate di capire anche voi! …e quando vedrete un genitore mano nella mano con un bambino che girano per il vostro isolato o che vanno su un’altalena lanciategli baci!

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